martedì 6 luglio 2021

Strange Days: la recensione di W. Ciusa

Strange Days rilegge i topos del cinema noir, guarda al passato per volgere al futuro con la sua connotazione fantascientifica per leggere le aberrazioni del presente. Un'opera atipica, insolita, affascinante, perfino incoerente, e dalla forza narrativa senza tempo. Un concept da cui emerge un'acuta riflessione sul rapporto tra uomo e tecnologia "dalla posteriorità" più incisiva oggi che non al momento del rilascio in sala. Negli anni novanta infatti, l'opera della Bigelow si permeava di un pessimismo insoluto (e insolvibile) con cui riflettere sul marciume della società. Oggi invece, in un mondo dilaniato dagli stessi malanni, Strange Days fa riflettere sul medium-immagine e sulla manipolazione della stessa, agendo ora in direzione del peso assunto dai social, ora sugli effetti derivati dall'essere consumatori d'esperienze altrui. Un concept senza tempo e nella sua mutevolezza interpretativa, fuori dal tempo.

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