sabato 1 novembre 2008

C'era una volta Mario Monicelli




Non è propriamente quella che si possa definire una grande intervista, anzi; ma stavolta non mi sembrava proprio il caso di infastidire il Maestro nella sua tradizionale passeggiatina serale. In questa breve chiacchierata Monicelli si sofferma sulla necessità di tornare alla vita familiare, al cinema a conduzione familiare- Avati ne converrebbe- anche se, diversamente da altri, è anche interessato ai grandi temi nazionali proposti dai 2 grandi assenti alla Mostra del Cinema: Garrone e Sorrentino.
Una curiosità: si sente la voce del Bufalo- mio compagno di s-ventura- in sottofondo. Era ora! Ci voleva proprio il carisma del Maestro Toscano per eludere il tipico "sguardo altrove" del Bufalo. Chi lo conosce sa a cosa mi riferisco, e per chi non lo conoscesse...

«Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare»



PS: ottimi gli Internet Point veneziani
PS bis: non ho proprio tempo per soffermarmi sui tanti films di Monicelli che ho amato...E' uno dei miei autori italiani preferiti, dietro al più grande di sempre- Dino Risi-.

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